martedì 30 dicembre 2008

Spero che ritorni presto l'era del Cinghiale bianco


Eve Arnold - Marilyn - 1960

"Tutti gli imbecilli borghesi che pronunciano, continuamente le parole "immoralità, immoralità, moralità dell'arte", mi fanno venire in mente Louise Villedieu, prostituta da cinque franchi, che accompagnandomi una volta al Louvre (...) domandava, dinanzi a quelle statue e a quei quadri immortali, come si potevano esporre pubblicamente simili indecenze".
Charles Baudelaire "Il mio cuore messo a nudo", 1864

Guardano la Nike di Samotracia e si stupiscono credendo che le manchi qualcosa. 
Non si sforzano nel completare. Non colmano i vuoti neanche a pagarli.
Manca qualcosa a loro non a lei.
Aggiungi, scomponi, giustapponi!

ScintillA

Colonna sonora:
CCCP Fedeli alla linea - A Ja Ljublju SSSR

Voglio odorare
il sapore celeste del ferro
voglio vedere
il profumo sanguigno del fuoco
esiste lo so
non tutti possono
tendendo le braccia
afferrare la sorte
schiaffeggiarle la faccia
renderla solida ed obbediente
renderla tenera, incandescente...




lunedì 29 dicembre 2008

Buoni propositi per un futuro leggero andante

Renato Guttuso Van Gogh porta il suo orecchio tagliato al bordello di Arles, 1978


Un altro anno se ne va e si porta con sé tutte le esperienze ruminate nel susseguirsi delle ultime quattro stagioni. Soddisfazioni insieme a rimpianti, volti nuovi, sorrisi, scatti d'ira, incontri e promesse, più o meno, mantenute come tanti pezzi di stoffa riuniti dall'ago del calendario. 
Ora questo curioso plaid va riposto con cura. Non serve più, ha scaldato a sufficienza.
L'idea di tempo è terribilmente magica. Da una parte gli astri che danzano ritmicamente nel firmamento alternando giorno e notte, dall'altra il modificarsi straordinario della terra. 
Stagioni che si susseguono con lo stesso schema senza cadere sotto il peso della noia e che hanno scandito da sempre il vivere degli uomini. C'è un tempo e una stagione per ogni cosa. 
Poi c'è questo eroico anelito dell'uomo di controllare questi mutamenti, queste prove del movimento, è lì che nasce l'idea propria di tempo. Bisogna quantificare, dare un numero al grado d'intensità della luce. Servono numeri per organizzare la vita. Orologi per avere un dovere al quale essere ossequiosi.
I momenti, così, si possono incorniciare, fissarli con raziocinio.
La fine di un anno è utilissima per due ragioni: 1) tirare le somme sulla parentesi temporale appena trascorsa, a volte, correndo il rischio di cadere nell'idea piccoloborghese di "bilancio" 2) progettare scientemente il futuro prossimo piegandolo, possibilmente, a nuove scadenze.
Ecco, il tempo è legato per forza alla scadenza. 
La vita ha le sue esperienze con il codice di validità, possibilità rinchiuse al tetra-pak solo che la data di scadenza è quasi sempre illeggibile. I fatti scrivono con un inchiostro anemico e bisogna affidarsi come sempre al proprio fiuto per sapere se l'occasione lì davanti è stantia o meno. Bisogna essere un sommelier dei momenti, un naso del tempo.
L'idea antropomorfa di tempo dice il quando, ovviamente non il come.
Quanto sarebbe utile una clessidra con l'etichetta che fare?
Purtroppo, o forse per fortuna, questo non esiste. Serve solo intuito.
Indicazioni per il 2009:
Porsi obiettivi, allenare l'olfatto e ripromettersi di essere più buoni, come sempre...

ScintillA

Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto.

[Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore, Einaudi]




giovedì 11 dicembre 2008

See you in Walhalla!

Joseph Mallord William Turner - The Fighting Temeraire


Ma al proprio destino nessuno gli sfugge, cercavi giustizia ma trovasti la Legge...

Il bandito e il campione - Francesco De Gregori



Se ne vanno i migliori e lasciano una profonda amarezza in chi non avrà più occasione di riscaldarsi al sacro fuoco del Sapere. Si portano con loro altre mille storie, esempi di vita, aforismi da ricordare. Quando qualcuno di veramente grande se ne va tutti perdono qualcosa, è un pignoramento culturale al quale non si può reagire con freddezza. Resta il ricordo, l'insegnamento, il tentativo di emulazione ma si perdono opportunità irripetibili.

Millenni per tentare di elaborare il distacco. Quanto vano sforzo!

L'orologio della storia si muove così, sono le leggi ineluttabili della vita, il pizzicotto sulla guancia del sognatore che la realtà dà, ma quanta difficoltà! I capitani coraggiosi che avrebbero potuto portare in mari calmi la moltitudine vanno via senza avvisare, non lasciano eredi designati per via dell'unicità del loro vivere.

Non resta che l'opera, il ricordo è scritto, la lettera si fa pensiero.

Sali sulle spalle dei giganti e il mondo sembrerà molto più grande. Solo con la certezza dell'insegnamento dei sommi si potrà finalmente arrivare ad Asgard, scortati dalle Valchirie e con i capelli accarezzati dal vento del Mito.



See you in Walhalla... Massimo!



colonna sonora

Il bandito e il campione - Francesco De Gregori




sabato 29 novembre 2008

La via francigena



The False Mirror
René Magritte 1928


Parlando di Talete di Mileto:

"egli osservava gli astri e, avendo lo sguardo rivolto al cielo, cadde in un pozzo. Si dice che una spiritosa e intelligente servetta trace l'abbia preso in giro dicendogli che si preoccupava di conoscere quel che succede nel cielo senza preoccuparsi di quel che gli avveniva davanti e sotto i piedi. La stessa ironia è riservata a chi passa il tempo a filosofare".

Platone nel Teeteto (369 a.c.)

There is a land far, far away where there's no night, there's only day. Look into the book of life and you will see... cantano gli Abyssinians.
Non è un luogo fisico è uno status mentale. Un connubio sfavillante tra convinzione e risultato dove l'esaltazione è regola e il futuro già passato. L'unica via per arrivarci è la consapevolezza, una strada sterrata e irrequieta da mordere con passo svelto e deciso.
Non s'improvvisa, bisogna allenarsi. Ci vuole il fisico.
Ai lati della via cumuli di bugie rassicuranti e scheletri di teorie miserrime, lì davanti il maestoso Torrione dell'autoscienza sferzato dal vento.
All'entrata ti attenderà quella zelante fanciulla che decine di secoli addietro salvò il più grande dei sette savi, Talete di Mileto e arrivò lì dove la filosofia non arriva... lì dove è sempre giorno!


Colonna sonora:
Junior Delgado - sons of slaves

lunedì 27 ottobre 2008

Diceria dell'untore


Ma la maledetta Partecipazione dov'è? Ventenni preferiscono non apparire, non esporsi, non suscitare il disappunto di professorini tristi e servi di burattinai che siedono sulle speranze di una generazione. Nuove tentazioni di schedature, liste nere, segnalazioni. Il nemico ti spia, il nemico ti guarda. Ti scruta con spirito censorio nel seggio elettorale come a casa. E' pronto a sedurti con armi diabolicamente dolci, utilizza mezze figure per poi denunciarti, accusarti, vilipendere la tua umana dignità. Eccoli gli ominicchi pronti a fare nomi, a primeggiare nell'expo dell'infamità.               Usano armi nuove ma gli intenti sono sempre gli stessi. E' consentito un vociare smembrato, brulicante, informe ma i discorsi pungenti e dotati di acume rivoltante vengono prontamente repressi, con i metodi che danno del tu alla brutalità. Si ridicolizza il passato, il '68 forse per sorvolare sul fatto che molti di quelli in quel sistema che tanto odiavano hanno fatto le loro fortune, cavalcando quella tigre e le aspirazioni leali di quegli anni. Per loro protestare va bene se rimane nella cornice della folkloristica pantomima, se si superano i recinti della commedia dell'arte si fanno i conti con quello che sta dietro la bella maschera della libertà di espressione. Il bieco dominio.

C'è ancora chi preferisce non suscitare l'antipatia di qualcuno piuttosto che esercitare liberamente il suo dissenso.  Hanno rinunciato a sogni e amori, hanno rinunciato a sentirsi uomini giusto per non scomporsi.

Benvenuti nella pancia del mostro.

Slàinte,

ScintillA


Colonna sonora:

Manic street preachers - If you tolerate this

Stormy six - la fabbrica

La fabbrica

Stormy six

Cinque di Marzo del Quarantatrè 
nel fango le armate del Duce e del re 
gli alpini che muoiono traditi lungo il Don

Cento operai in ogni officina 
aspettano il suono della sirena 
rimbomba la fabbrica di macchine e motori 
più forte il silenzio di mille lavoratori 
e poi quando è l'ora depongono gli arnesi 
comincia il primo sciopero nelle fabbriche torinesi

E corre qua e là un ragazzo a dar la voce 
si ferma un'altra fabbrica, altre braccia vanno in croce 
e squillano ostinati i telefoni in questura 
un gerarca fà l'impavido ma comincia a aver paura

Grandi promesse, la patria e l'impero 
sempre piu' donne vestite di nero 
allarmi che suonano in macerie le città

Quindici Marzo il giornale è a Milano 
rilancia l'appello il PCI clandestino 
gli sbirri controllano fan finta di sapere 
si accende la voglia delle camicie nere 
ma poi quando è l'ora si spengono gli ardori 
perchè scendono in sciopero centomila lavoratori

Arriva una squadraccia armata di bastone 
fan dietro fronte subito sotto i colpi del mattone 
e come a Stalingrado i nazisti son crollati 

all'Apreda rossa in sciopero i fascisti son scappati.

domenica 5 ottobre 2008

Amor fati




DEL LEGGERE E DELLO SCRIVERE

"Di tutto ciò che è scritto, io amo soltanto ciò che è stato scritto col sangue. Scrivi col tuo sangue, e ti accorgerai che il tuo sangue è spirito. Non è facile capire il sangue degli altri: io odio coloro che hanno il vizio di leggere.
Chi conosce che cosa è un lettore, non si sente più di far nulla per lui. Ancora un secolo di lettori, e lo spirito stesso sparirà dal mondo.
Che ognuno ormai possa imparare a leggere è un fatto che alla lunga ammorba non solo lo scrivere ma anche il pensare. -
Una volta lo spirito era Dio, poi divenne uomo, e ora non è ormai che plebe.
Chi scrive in sangue e in aforismi non vuole essere letto, ma appreso a memoria.
Nelle montagne, il sentiero più breve è da vetta a vetta: ma per percorrerlo è necessario avere lunghe gambe. Gli aforismi debbono essere vette: e coloro a cui essi vengono detti devono essere grandi e di alta statura.
L'aria sottile e pura, il pericolo prossimo, e lo spirito pieno di una gioconda malignità: questo è ciò che concorda bene insieme.
Voglio avere intorno a me dei coboldi, perché io sono coraggioso. Il coraggio che allontana i fantasmi si crea dei coboldi; è un coraggio che vuol ridere.
Il mio sentimento non va più d'accordò col vostro: questa nuvola che vedo sotto di me, questo nero e questa pesantezza di cui io rido; proprio questa è la vostra nuvola temporalesca.
Voi guardate in alto, quando tendete verso l'elevazione. E io guardo giù nel profondo, perché sono già esaltato.
Chi di voi può insieme ridere ed essere esaltato?
Chi sale sugli alti monti, ride sopra tutte le tragedie e tutte le tristizie seriose.
Occorre essere spensierati, violenti, ironici; così ci vuole la sapienza: essa è una femmina e ama sempre solo il guerriero.
Voi mi dite: 'La vita è dura da sopportare'. Ma perché avreste mai di mattina tanto orgoglio e a sera tanta dedizione?
La vita è dura da sopportare: ma non prendete arie da volermi intenerire! Tutti insieme siamo dei begli asini, maschi e femmine.
Che cosa abbiamo in comune con il bocciolo di rosa che comincia a tremare perché una goccia di rugiada vi si è posata sopra?
È vero: noi amiamo la vita, non perché siamo abituati alla vita, ma perché siamo abituati ad amare.
C'è sempre qualche pizzico di follia nell'amore. Ma c'è anche sempre qualche pizzico dl ragione nella follia.
Ed anche a me, che sono buono verso la vita, sembra che le farfalle e le bolle di sapone, e gli uomini ad esse simili, siano coloro che sanno meglio che cosa è la felicità.
Queste animule leggere, pazzerelle, graziose, mobili, svolazzano qua e là per curiosità; e ciò induce Zarathustra a commuoversi fino alle lacrime e al canto.
Per me io crederei solo ad un Dio che sapesse danzare.
Quando vidi il mio diavolo, scoprii che era serio, esauriente, profondo, solenne: era lo spirito della gravità, in virtù del quale cadono tutte le cose.
Non è con l'ira, ma con il riso che si uccide. Uccidiamo dunque lo spirito della gravità!
Ho imparato a camminare: da allora mi lascio andare. Ho imparato a volare: da allora non voglio più ricevere, spinte per muovermi.
Ora io sono leggero, ora io volo, ora io vedo sotto di me, ora danza un dio in me."
Così parlò Zarathustra.

Friedrich Wilhelm Nietzsche, Così parlò Zarathustra (1883-1885)

Colonna sonora:
Gang - Dante Di Nanni




martedì 30 settembre 2008

Il coupon con lo sconto per il compagno di banco.



      Ogni goccia di rugiada nella quale si rifletta il sole brilla in un gioco infinito di colori, ma il sole spirituale dovrebbe generare un solo colore, e cioè il colore ufficiale, senza tenere conto dei tanti individui, dei tanti oggetti nei quali l'uomo si riflette. La forma essenziale dello spirito è allegria, luce, e la legge fa dell'ombra l'unica espressione che le corrisponde: dovrebbe andar vestita solo di nero, eppure tra i fiori non ce n'è alcuno che sia nero. 

Karl Marx Osservazioni di un cittadino renano sulle recenti istruzioni per la censura in Prussia, 1842

E domani si ricomincia a combattere con orari, inimitabili cartelline giallo lemonissimo, calendari enigmatici e annoiati appunti. 
Cerco di conservare sguardo vigile e spirito leonino.
Aggredire le avversità con sorridente noncuranza. Irridendo i guai del mondo. Sempre.

ScintillA

Colonna sonora:
The Ordinary boys - Boys will be boys
Joe Strummer and the Mescaleros - Redemption song



lunedì 29 settembre 2008

Era un pezzo della gran nona del Ludovico Van…

Oh deliziosa delizia e incanto. Era piacere impiacentito e divenuto carne. Come piume di un raro metallo spumato, o come vino d'argento versato in nave spaziale. Addio forza di gravità. Mentre slusciavo, quali visioni incantevoli...

Alex de Large in A clockwork orange (Stanley Kubrick, 1971)

 

"...Un grande triangolo acuto diviso in sezioni uguali, con la parte più piccola e acuta rivolta in alto: così si prospetta giustamente e in modo schematico la vita spirituale...L'intero triangolo si muove lentamente, quasi invisibilmente, con moto progressivo e ascendente, e dove oggi era il vertice si trova domani la prima sezione. Al sommo del vertice sta qualche volta un uomo solo. La sua visione apparentemente gioconda è simile alla sua interiore, incommensurabile tristezza. E coloro che più gli stanno vicino non lo comprendono. Sdegnati lo chiamano un truffatore o un candidato al manicomio. Così vituperato, durante la sua vita, stava Beethoven, solo, al sommo".

Lo Spirituale nell’arte (Vasilij Vasil'evič Kandinskij) 

Suggestioni partorite dal buio e dall'improvvisazione recitano nel proscenio dell'immaginazione. Si disimpegnano nell'act sulla base di un canovaccio sottile. Linee tangenti si dipanano dal cerchio e inseguono qualcosa. Cosa?

ScintillA

Colonna sonora:

Dennis Brown - If this world was mine

sabato 27 settembre 2008

La Recherche...





Ritorni in luoghi che non credevi potessero più raccontare qualcosa. Troppa lontananza, troppo distacco.
La fuligine del tempo sembra poter avvolgere in un freddo abbraccio storie, luoghi, sapori... e invece no. Le pagine ingiallite dei ricordi ritornano a essere sfogliate grazie a profumi riassaporati, sguardi riconosciuti. Come con le madeleine di proust il banale apre il portale del passato e riporta ad un tempo che non potrà esserci più. Tentazioni nostalgiche provano a tirarti dalla mano per condurti nel limbo dell'illusoria staticità, mentre fuori tutto inesorabilmente cambia. Sono i piccoli particolari ad avere un rapporto dialettico col tempo, a conservare da una parte la mirabile bellezza della semplicità e a sviluppare, dall'altra,  una forza evocativa straordinaria. Aumentano di valore questi granelli portati da un vento nervoso e lontano perché servono a plasmare la propria consapevolezza, una malta resistente per costruire le pareti del proprio vivere disinvolto. 
Solo con un passato forte si anticipa il futuro e lo si piega al libero presente.
E il passato farà sempre i conti con la tua gente, con quei luoghi corrosi dal divenire storico, con quei volti disegnati dal tempo, con quelle storie di vita. 
Si parte per ritornare.

ScintillA

Who controls the past controls the future. Who controls the present controls the past. 
George Orwell
 
Colonna sonora:
Mikey Dread - Roots and Culture
Madball - 100%

mercoledì 17 settembre 2008

L'onda luce transmentale

Tina Modotti, "Bandolier, corn, guitar", 1927



Eccoci alle prese con altri frantumi di pensiero che nervosamente si dispongono sul tavolo dell'oggi. Progetti del passato e ricordi del futuro ritornano alla mente in un frenetico ballo che non ha ordine. Schegge impazzite di ciò che sarà si conficcano nell'attenzione rinnovando tensioni. Contrasto insanabile tra apollineo e dionisiaco. Blu e nero.
Atarassia mai vivibile, solo umana dissonanza e forsennata fuga da una vagheggiata imperturbabilità con corsa, sforzo, turbamento. 
Suona il De Profundis per lo stoico distacco, gli spiriti festosamente schiamazzano.

ScintillA


Dal sacco si sparsero

Dal sacco si sparsero al suolo le cose. 
Ed io penso che il mondo è soltanto un sogghigno, 
che lùccica fioco sulle labbra di un impiccato.

Velimir Chlebnikov
(1908)

Colonna sonora
Giovanni Allevi - L'orologio degli dei 

sabato 13 settembre 2008

Iron-ia... risate metalliche



Tutti a cercare soluzioni espresse e ricette ai mali del mondo con expertise da opinionista tv. Tutti a consigliare amichevolmente, a infondere precetti esibendosi in urticanti prediche dall'elegante pulpito del pressapochismo. Novelli soloni affollano un dibattito in cui hanno campo le spettacolari evoluzioni del nulla mentre le storture rimangono al loro posto,  i bifolchi con lo scettro in mano a dettare legge nello sterminato regno dell'ignoranza. 
C'è, però, chi possiede il letale giavellotto dell'ironia e con esso li colpirà a morte, gettando via, con salomonico rigore, i trofei ora in bella mostra nella vetrina del declino della civiltà.
Quel giorno arriverà e tra l'acre odore sprigionato dalle loro macerie fumanti si libererà quell'urlo per adesso soffocato dalla falsa coscienza. 
Così, davanti ai cancelli cigolanti della libertà i fratelli ci renderanno la spada.
Il sorriso è l'arma più forte.

ScintillA

Assalti Frontali - Le mappe della libertà

La libertà dove sta , la trovi nella mappa 
Non restare tra la gente distratta
Vuoi cercare , trovare la connessione
Che ti lega a tutte le altre persone
La libertà dove sta , la trovi nella mappa 
o resti tra la gente distratta
la città ogni giorno si rinnova:chi cerca , chi trova
chi ti metterà alla prova


venerdì 5 settembre 2008

Un pasticciere trotzkista nell'ltalia degli anni '50...



Sa cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste. Cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi ritroverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perché il regista non crede nelle persone... Io credo nelle persone. Però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre d'accordo e a mio agio con una minoranza...
 
Caro Diario di Nanni Moretti

giovedì 4 settembre 2008

Talkin' 'bout my generation


People try to put us d-down... 
Così comincia una canzone degli Who del 1965. S'intitola My generation. 
Una canzone manifesto, un inno giovanile. Note che profumano di ribellione e insoddisfazione. Parlano di rivincita contro il paternalismo di un sistema che non ascolta, anzi, ha l'ipocrita premura di consigliare, di offrire un patetico vademecum per l'omologazione. Ci sono stati momenti in cui l'insofferenza accomunava in egual misura i pari età spingendo, non con poche contraddizioni, verso l'alto aspirazioni e disegni di futuro. Una voglia comune di superare la facile fase della lamentela e proporre, con inevitabile confusione, soluzioni, risposte, assalti al cielo. Quei tempi non ci sono più. 
L'atomismo sociale impedisce la lettura condivisa del presente e lascia il singolo nelle grinfie dell'arrivismo. Un agonismo falsato dal doping dell'indifferenza. 
Si vive per il giudizio altrui, meglio se colorato d'invidia e ci turba il disinteresse degli "utili idioti". Ma dov'è finita quella molla di rancore generazionale che tanto ha infiammato i cuori? Dov'è finita quell'ansia di sbagliare, di correre in vespa come Jimmy in Quadrophenia sopra le scogliere di Beachy Head?
Viviamo più vecchi dei vecchi e stiamo attenti a non cadere nella tagliola dell'impegno. Abbiamo l'ansia di essere come loro e abbiamo barattato la speranza con la sicurezza, l'ironia con la carriera. 
Un giorno qualcosa cambierà e verrà presentanto il conto.

ScintillA

Un poeta genovese prestato divinamente alla canzone scriveva così:
E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le verità della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.


colonna sonora
The Who My generation
Fabrizio De André Canzone del Maggio


mercoledì 3 settembre 2008

chapter two



Nella lenta partita a scacchi giocata tra il Potere e il Volere prendi forza e scaglia in aria la scacchiera. Bisogna sottrarsi alle regole del gioco elaborate da altri, fare in mille pezzi prescrizioni e dogmi asfissianti. Liberarsi dalle catene della caverna, guardare senza accecarsi le stelle fisse e non accontentarsi più delle ombre tristi. Il sole è di tutti.

La libertà è come il denaro, tutti ne parlano ma sono in pochi a possederla e chi ce l'ha deve guardarsi con attenzione dai lupi famelici che gliela voglion portare via. Sono quelli che vogliono sindacare anche i ricordi, mai bene più prezioso nella vita di un uomo. Vogliono mettere le ancòre alle tue navi che allegramente solcano gli esotici mari dei sogni. E quelle sai che le hai costruite con dedizione e perizia, veloci come saette, belle come sirene.

Loro sono pirati, vili pirati. Vogliono salire sulla tua nave e fare razzia di tutto. Spartire il bottino e riempire il loro buio vuoto. Non concedono l'onore delle armi ma, in realtà, non hanno mai vinto nulla. La loro vanagloria è corrosa dallo schifato disprezzo dei probi, quelli che veleggiano comunque, guardano in alto e riconoscono le stelle amiche, mentre quei pirati, prima o poi, saranno tirati nell'abisso dell'oblio dalla loro mastodontica insipienza.

Saluta il vento uomo libero, gli ottusi avranno solo il tempo per vedere brillare le bianche vele del tua nave lì dove il cielo bacia il mare. Brilleranno come i tuoi occhi, lo sai.


ScintillA



colonna sonora
Bugle & Movado - Set me free

martedì 2 settembre 2008

Ossequi


Come s'inizia? Cosa si deve scrivere per non sembrare banali? Intercettare le mode del momento e apparire performanti, audacemente sul pezzo, simpatici ma non frivoli, sagaci ma non pedanti?Boh! Poco importa piacere, poco importa strizzare l'occhio alla pigra flotta della rete. Sgomitare sotto canestro e fare le moine davanti la telecamera lo lascio fare ad altri.
Si comincia a scrivere per un'esigenza intima, per sistemare forse i propri pensieri che come la piuma lasciata cadere dall'alto girano nella testa. Si scrive per dare sfogo, per ascoltarsi probabilmente. Ascoltare i bisbigli del proprio io; quei suoni informi che da lontano provengono per dirti qualcosa: suggerire un tragitto, ammonire, o, forse, per non dirti nulla.
Cos'è in fin dei conti la scrittura? Il dorato campo nel quale coltivare con serafica tranquillità le proprie illusioni? La monumentale cinta muraria dentro la quale proteggere le deboli speranze? O, la Cloaca massima delle delusioni e dei sogni disattesi? Quel polveroso tappeto sotto il quale furbescamente si nascondono i fallimenti? Ri-boh!
La scrittura è, in realtà, molto progressista, ai limiti del socialismo utopico. Dà spazio a tutti, non istiga a bramare gli averi altrui. E' la socializzazione dei mezzi di espressione. Dopo una fase di addestramento alfabetico e strategico-grammaticale ci si può arruolare nell'Armata dei Volenterosi. 
Scrivere è un atto liberatorio, un'evacuazione cerebrale. E' salutare. Da un lato riesce ad appagare quell'innato senso di vanità che l'uomo porta dentro, dall'altro camuffa lo spreco di tempo in utilità e, addirittura, lo sublima in impegno. La scrittura porta con sé un messaggio di filantropica speranza: lanciare la sfida al tempo. L'atavica aspirazione dell'uomo trova possibilità. 
Lasciare una traccia indelebile nel vorticoso fluire delle cose e trasformarsi in Eterno Presente si può solo con la scrittura.
Scrivo per leggermi, per dirmi che ci sono.

ScintillA

p.s. capisco che dovrei scusarmi per questo indecoroso onanismo mentale che ho sparso nella rete, ma non vedo il motivo. Anzi, l'ho fatto proprio per questo; voglio essere libero di fare azioni di guerriglia contro il conformismo.