mercoledì 17 settembre 2008

L'onda luce transmentale

Tina Modotti, "Bandolier, corn, guitar", 1927



Eccoci alle prese con altri frantumi di pensiero che nervosamente si dispongono sul tavolo dell'oggi. Progetti del passato e ricordi del futuro ritornano alla mente in un frenetico ballo che non ha ordine. Schegge impazzite di ciò che sarà si conficcano nell'attenzione rinnovando tensioni. Contrasto insanabile tra apollineo e dionisiaco. Blu e nero.
Atarassia mai vivibile, solo umana dissonanza e forsennata fuga da una vagheggiata imperturbabilità con corsa, sforzo, turbamento. 
Suona il De Profundis per lo stoico distacco, gli spiriti festosamente schiamazzano.

ScintillA


Dal sacco si sparsero

Dal sacco si sparsero al suolo le cose. 
Ed io penso che il mondo è soltanto un sogghigno, 
che lùccica fioco sulle labbra di un impiccato.

Velimir Chlebnikov
(1908)

Colonna sonora
Giovanni Allevi - L'orologio degli dei 

5 commenti:

Giovanna ha detto...

secondo Nietzsche la commedia perfetta si ebbe con la fusione di apollineo e dionisiaco..anche se il vivere in un modo o nell'altro è completamente opposto..armonia e festini in maschera su per giù..
forse il vivere opposti continuamente non può far altro che bene..
personalmente amo la notte e assaporo il giorno,ma sempre distintamente..
è vero bianco e nero potrebbero facimente fondersi, ma darebbero vita ad uno squallido grigiore..

scintilla ha detto...

credo che l'adattamento all'ambiente secondo una logica darwiniana spieghi la vita. Un insieme di circostanze non solo fisiche, ma anche psico-culturali che formano anche il senso di orientamento. Senza una propria griglia di lettura del mondo, plasmata dalle specificità dei destini incrociati, si affonda inesorabilmente.

Giovanna ha detto...

certo avere una qualche stella polare per orientarsi nel mondo è necessario.certo ogni vita non ha un senso a sé se non "contaminata"dai germi delle altre incontrate nel tragitto.
credo però che orientarsi in questo mondo sia inutile e superfluo. se non hai un buon navigatore satellitare potresti finire con l'amare l'inesplorato e riassaporare il fascino dell'avventura. le griglie di lettura sono fatte secondo specifici punti di vista di ogni persona, com'è giusto che sia.e in fondo dopo tanto viaggio, dopo tante interpretazioni e correzioni di quello che il mondo ti ha proposto, quando davvero avrai colto il senso della tua esistenza,sarà troppo tardi metterlo in atto. Quest'ottica andrebbe bene per un mondo capovolto, dove si nasce vecchi e si muore giovani..in modo da avere una certa griglia di lettura nei primi anni di vita e spegnersi poi dopo aver furiosamente divorato pezzi di mondo.senza orientamento,senza mete. Senza necessariamente cercare qualcosa da trovare. Cercare significa avere uno scopo. Ma trovare equivale ad essere liberi.liberi di accogliere le nuove scoperte. il senso della vita si trova nel momento di maggiori ritrovamenti.quando però la molteplicità diventa un'unità.quando tutti i germi confluiranno in un'unica griglia di lettura. mah

scintilla ha detto...

guarda io credo che alla fine il bello sia proprio quello: perdersi. E' come il Baudelaire che ai prodromi della modernità amava perdersi tra i passages parigini. Le vetrine, le luci, gli stimoli sensoriali disegnano una traiettoria contorta, pur sempre unica per ogni persona. Ripeto. Secondo me spesso si ha l'ansia di percorrere una strada affollata, perchè, magari, si ha l'autoillusione di essere nel giusto. Mal comune mezzo gaudio no? Se avessimo quel raffinato acume dell'autodeterminazione e non fossimo succubi del senso di appartenenza più rozzo avremmo la possibilità concreta di rischiarare il cielo e guardarle questi benedetti corpi celesti che bivaccano incuranti nel firmamento. La griglia di lettura alla quale mi riferisco è quella precaria, mutilata, rattoppata che ognuno di noi si costruisce con estrema difficoltà e ignoranza. Il bello è quello.
Nessuno può essere in grado di nascere "imparato". Servono le azioni, poco importa se qualcuno le valuti errori o parentesi. Sono mie e nessuno le potrà sindacare. La stella polare sarà sempre il mio ego, un egoismo inteso come azione dell'io. Un ego che non vive da essere monadico ma che ha bisogno del confronto per formarsi, per essere antropomorfizzato. Chi pensa sia sterile presunzione sbaglia. Senza il motore primo dell'io la fiammante macchina della storia rimane evidentemente ferma. Bisogna perdersi da provetto flaneur metropolitano.

Giovanna ha detto...

cenere alla cenere.un colpo di vento e via.