martedì 30 settembre 2008

Il coupon con lo sconto per il compagno di banco.



      Ogni goccia di rugiada nella quale si rifletta il sole brilla in un gioco infinito di colori, ma il sole spirituale dovrebbe generare un solo colore, e cioè il colore ufficiale, senza tenere conto dei tanti individui, dei tanti oggetti nei quali l'uomo si riflette. La forma essenziale dello spirito è allegria, luce, e la legge fa dell'ombra l'unica espressione che le corrisponde: dovrebbe andar vestita solo di nero, eppure tra i fiori non ce n'è alcuno che sia nero. 

Karl Marx Osservazioni di un cittadino renano sulle recenti istruzioni per la censura in Prussia, 1842

E domani si ricomincia a combattere con orari, inimitabili cartelline giallo lemonissimo, calendari enigmatici e annoiati appunti. 
Cerco di conservare sguardo vigile e spirito leonino.
Aggredire le avversità con sorridente noncuranza. Irridendo i guai del mondo. Sempre.

ScintillA

Colonna sonora:
The Ordinary boys - Boys will be boys
Joe Strummer and the Mescaleros - Redemption song



lunedì 29 settembre 2008

Era un pezzo della gran nona del Ludovico Van…

Oh deliziosa delizia e incanto. Era piacere impiacentito e divenuto carne. Come piume di un raro metallo spumato, o come vino d'argento versato in nave spaziale. Addio forza di gravità. Mentre slusciavo, quali visioni incantevoli...

Alex de Large in A clockwork orange (Stanley Kubrick, 1971)

 

"...Un grande triangolo acuto diviso in sezioni uguali, con la parte più piccola e acuta rivolta in alto: così si prospetta giustamente e in modo schematico la vita spirituale...L'intero triangolo si muove lentamente, quasi invisibilmente, con moto progressivo e ascendente, e dove oggi era il vertice si trova domani la prima sezione. Al sommo del vertice sta qualche volta un uomo solo. La sua visione apparentemente gioconda è simile alla sua interiore, incommensurabile tristezza. E coloro che più gli stanno vicino non lo comprendono. Sdegnati lo chiamano un truffatore o un candidato al manicomio. Così vituperato, durante la sua vita, stava Beethoven, solo, al sommo".

Lo Spirituale nell’arte (Vasilij Vasil'evič Kandinskij) 

Suggestioni partorite dal buio e dall'improvvisazione recitano nel proscenio dell'immaginazione. Si disimpegnano nell'act sulla base di un canovaccio sottile. Linee tangenti si dipanano dal cerchio e inseguono qualcosa. Cosa?

ScintillA

Colonna sonora:

Dennis Brown - If this world was mine

sabato 27 settembre 2008

La Recherche...





Ritorni in luoghi che non credevi potessero più raccontare qualcosa. Troppa lontananza, troppo distacco.
La fuligine del tempo sembra poter avvolgere in un freddo abbraccio storie, luoghi, sapori... e invece no. Le pagine ingiallite dei ricordi ritornano a essere sfogliate grazie a profumi riassaporati, sguardi riconosciuti. Come con le madeleine di proust il banale apre il portale del passato e riporta ad un tempo che non potrà esserci più. Tentazioni nostalgiche provano a tirarti dalla mano per condurti nel limbo dell'illusoria staticità, mentre fuori tutto inesorabilmente cambia. Sono i piccoli particolari ad avere un rapporto dialettico col tempo, a conservare da una parte la mirabile bellezza della semplicità e a sviluppare, dall'altra,  una forza evocativa straordinaria. Aumentano di valore questi granelli portati da un vento nervoso e lontano perché servono a plasmare la propria consapevolezza, una malta resistente per costruire le pareti del proprio vivere disinvolto. 
Solo con un passato forte si anticipa il futuro e lo si piega al libero presente.
E il passato farà sempre i conti con la tua gente, con quei luoghi corrosi dal divenire storico, con quei volti disegnati dal tempo, con quelle storie di vita. 
Si parte per ritornare.

ScintillA

Who controls the past controls the future. Who controls the present controls the past. 
George Orwell
 
Colonna sonora:
Mikey Dread - Roots and Culture
Madball - 100%

mercoledì 17 settembre 2008

L'onda luce transmentale

Tina Modotti, "Bandolier, corn, guitar", 1927



Eccoci alle prese con altri frantumi di pensiero che nervosamente si dispongono sul tavolo dell'oggi. Progetti del passato e ricordi del futuro ritornano alla mente in un frenetico ballo che non ha ordine. Schegge impazzite di ciò che sarà si conficcano nell'attenzione rinnovando tensioni. Contrasto insanabile tra apollineo e dionisiaco. Blu e nero.
Atarassia mai vivibile, solo umana dissonanza e forsennata fuga da una vagheggiata imperturbabilità con corsa, sforzo, turbamento. 
Suona il De Profundis per lo stoico distacco, gli spiriti festosamente schiamazzano.

ScintillA


Dal sacco si sparsero

Dal sacco si sparsero al suolo le cose. 
Ed io penso che il mondo è soltanto un sogghigno, 
che lùccica fioco sulle labbra di un impiccato.

Velimir Chlebnikov
(1908)

Colonna sonora
Giovanni Allevi - L'orologio degli dei 

sabato 13 settembre 2008

Iron-ia... risate metalliche



Tutti a cercare soluzioni espresse e ricette ai mali del mondo con expertise da opinionista tv. Tutti a consigliare amichevolmente, a infondere precetti esibendosi in urticanti prediche dall'elegante pulpito del pressapochismo. Novelli soloni affollano un dibattito in cui hanno campo le spettacolari evoluzioni del nulla mentre le storture rimangono al loro posto,  i bifolchi con lo scettro in mano a dettare legge nello sterminato regno dell'ignoranza. 
C'è, però, chi possiede il letale giavellotto dell'ironia e con esso li colpirà a morte, gettando via, con salomonico rigore, i trofei ora in bella mostra nella vetrina del declino della civiltà.
Quel giorno arriverà e tra l'acre odore sprigionato dalle loro macerie fumanti si libererà quell'urlo per adesso soffocato dalla falsa coscienza. 
Così, davanti ai cancelli cigolanti della libertà i fratelli ci renderanno la spada.
Il sorriso è l'arma più forte.

ScintillA

Assalti Frontali - Le mappe della libertà

La libertà dove sta , la trovi nella mappa 
Non restare tra la gente distratta
Vuoi cercare , trovare la connessione
Che ti lega a tutte le altre persone
La libertà dove sta , la trovi nella mappa 
o resti tra la gente distratta
la città ogni giorno si rinnova:chi cerca , chi trova
chi ti metterà alla prova


venerdì 5 settembre 2008

Un pasticciere trotzkista nell'ltalia degli anni '50...



Sa cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste. Cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi ritroverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perché il regista non crede nelle persone... Io credo nelle persone. Però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre d'accordo e a mio agio con una minoranza...
 
Caro Diario di Nanni Moretti

giovedì 4 settembre 2008

Talkin' 'bout my generation


People try to put us d-down... 
Così comincia una canzone degli Who del 1965. S'intitola My generation. 
Una canzone manifesto, un inno giovanile. Note che profumano di ribellione e insoddisfazione. Parlano di rivincita contro il paternalismo di un sistema che non ascolta, anzi, ha l'ipocrita premura di consigliare, di offrire un patetico vademecum per l'omologazione. Ci sono stati momenti in cui l'insofferenza accomunava in egual misura i pari età spingendo, non con poche contraddizioni, verso l'alto aspirazioni e disegni di futuro. Una voglia comune di superare la facile fase della lamentela e proporre, con inevitabile confusione, soluzioni, risposte, assalti al cielo. Quei tempi non ci sono più. 
L'atomismo sociale impedisce la lettura condivisa del presente e lascia il singolo nelle grinfie dell'arrivismo. Un agonismo falsato dal doping dell'indifferenza. 
Si vive per il giudizio altrui, meglio se colorato d'invidia e ci turba il disinteresse degli "utili idioti". Ma dov'è finita quella molla di rancore generazionale che tanto ha infiammato i cuori? Dov'è finita quell'ansia di sbagliare, di correre in vespa come Jimmy in Quadrophenia sopra le scogliere di Beachy Head?
Viviamo più vecchi dei vecchi e stiamo attenti a non cadere nella tagliola dell'impegno. Abbiamo l'ansia di essere come loro e abbiamo barattato la speranza con la sicurezza, l'ironia con la carriera. 
Un giorno qualcosa cambierà e verrà presentanto il conto.

ScintillA

Un poeta genovese prestato divinamente alla canzone scriveva così:
E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le verità della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.


colonna sonora
The Who My generation
Fabrizio De André Canzone del Maggio


mercoledì 3 settembre 2008

chapter two



Nella lenta partita a scacchi giocata tra il Potere e il Volere prendi forza e scaglia in aria la scacchiera. Bisogna sottrarsi alle regole del gioco elaborate da altri, fare in mille pezzi prescrizioni e dogmi asfissianti. Liberarsi dalle catene della caverna, guardare senza accecarsi le stelle fisse e non accontentarsi più delle ombre tristi. Il sole è di tutti.

La libertà è come il denaro, tutti ne parlano ma sono in pochi a possederla e chi ce l'ha deve guardarsi con attenzione dai lupi famelici che gliela voglion portare via. Sono quelli che vogliono sindacare anche i ricordi, mai bene più prezioso nella vita di un uomo. Vogliono mettere le ancòre alle tue navi che allegramente solcano gli esotici mari dei sogni. E quelle sai che le hai costruite con dedizione e perizia, veloci come saette, belle come sirene.

Loro sono pirati, vili pirati. Vogliono salire sulla tua nave e fare razzia di tutto. Spartire il bottino e riempire il loro buio vuoto. Non concedono l'onore delle armi ma, in realtà, non hanno mai vinto nulla. La loro vanagloria è corrosa dallo schifato disprezzo dei probi, quelli che veleggiano comunque, guardano in alto e riconoscono le stelle amiche, mentre quei pirati, prima o poi, saranno tirati nell'abisso dell'oblio dalla loro mastodontica insipienza.

Saluta il vento uomo libero, gli ottusi avranno solo il tempo per vedere brillare le bianche vele del tua nave lì dove il cielo bacia il mare. Brilleranno come i tuoi occhi, lo sai.


ScintillA



colonna sonora
Bugle & Movado - Set me free

martedì 2 settembre 2008

Ossequi


Come s'inizia? Cosa si deve scrivere per non sembrare banali? Intercettare le mode del momento e apparire performanti, audacemente sul pezzo, simpatici ma non frivoli, sagaci ma non pedanti?Boh! Poco importa piacere, poco importa strizzare l'occhio alla pigra flotta della rete. Sgomitare sotto canestro e fare le moine davanti la telecamera lo lascio fare ad altri.
Si comincia a scrivere per un'esigenza intima, per sistemare forse i propri pensieri che come la piuma lasciata cadere dall'alto girano nella testa. Si scrive per dare sfogo, per ascoltarsi probabilmente. Ascoltare i bisbigli del proprio io; quei suoni informi che da lontano provengono per dirti qualcosa: suggerire un tragitto, ammonire, o, forse, per non dirti nulla.
Cos'è in fin dei conti la scrittura? Il dorato campo nel quale coltivare con serafica tranquillità le proprie illusioni? La monumentale cinta muraria dentro la quale proteggere le deboli speranze? O, la Cloaca massima delle delusioni e dei sogni disattesi? Quel polveroso tappeto sotto il quale furbescamente si nascondono i fallimenti? Ri-boh!
La scrittura è, in realtà, molto progressista, ai limiti del socialismo utopico. Dà spazio a tutti, non istiga a bramare gli averi altrui. E' la socializzazione dei mezzi di espressione. Dopo una fase di addestramento alfabetico e strategico-grammaticale ci si può arruolare nell'Armata dei Volenterosi. 
Scrivere è un atto liberatorio, un'evacuazione cerebrale. E' salutare. Da un lato riesce ad appagare quell'innato senso di vanità che l'uomo porta dentro, dall'altro camuffa lo spreco di tempo in utilità e, addirittura, lo sublima in impegno. La scrittura porta con sé un messaggio di filantropica speranza: lanciare la sfida al tempo. L'atavica aspirazione dell'uomo trova possibilità. 
Lasciare una traccia indelebile nel vorticoso fluire delle cose e trasformarsi in Eterno Presente si può solo con la scrittura.
Scrivo per leggermi, per dirmi che ci sono.

ScintillA

p.s. capisco che dovrei scusarmi per questo indecoroso onanismo mentale che ho sparso nella rete, ma non vedo il motivo. Anzi, l'ho fatto proprio per questo; voglio essere libero di fare azioni di guerriglia contro il conformismo.