il sapore celeste del ferro
voglio vedere
il profumo sanguigno del fuoco
esiste lo so
non tutti possono
tendendo le braccia
afferrare la sorte
schiaffeggiarle la faccia
renderla solida ed obbediente
renderla tenera, incandescente...
[Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore, Einaudi]
Ma la maledetta Partecipazione dov'è? Ventenni preferiscono non apparire, non esporsi, non suscitare il disappunto di professorini tristi e servi di burattinai che siedono sulle speranze di una generazione. Nuove tentazioni di schedature, liste nere, segnalazioni. Il nemico ti spia, il nemico ti guarda. Ti scruta con spirito censorio nel seggio elettorale come a casa. E' pronto a sedurti con armi diabolicamente dolci, utilizza mezze figure per poi denunciarti, accusarti, vilipendere la tua umana dignità. Eccoli gli ominicchi pronti a fare nomi, a primeggiare nell'expo dell'infamità. Usano armi nuove ma gli intenti sono sempre gli stessi. E' consentito un vociare smembrato, brulicante, informe ma i discorsi pungenti e dotati di acume rivoltante vengono prontamente repressi, con i metodi che danno del tu alla brutalità. Si ridicolizza il passato, il '68 forse per sorvolare sul fatto che molti di quelli in quel sistema che tanto odiavano hanno fatto le loro fortune, cavalcando quella tigre e le aspirazioni leali di quegli anni. Per loro protestare va bene se rimane nella cornice della folkloristica pantomima, se si superano i recinti della commedia dell'arte si fanno i conti con quello che sta dietro la bella maschera della libertà di espressione. Il bieco dominio.
C'è ancora chi preferisce non suscitare l'antipatia di qualcuno piuttosto che esercitare liberamente il suo dissenso. Hanno rinunciato a sogni e amori, hanno rinunciato a sentirsi uomini giusto per non scomporsi.
Benvenuti nella pancia del mostro.
Slàinte,
ScintillA
Colonna sonora:
Manic street preachers - If you tolerate this
Stormy six - la fabbrica
La fabbrica
Stormy six
Cinque di Marzo del Quarantatrè
nel fango le armate del Duce e del re
gli alpini che muoiono traditi lungo il Don
Cento operai in ogni officina
aspettano il suono della sirena
rimbomba la fabbrica di macchine e motori
più forte il silenzio di mille lavoratori
e poi quando è l'ora depongono gli arnesi
comincia il primo sciopero nelle fabbriche torinesi
E corre qua e là un ragazzo a dar la voce
si ferma un'altra fabbrica, altre braccia vanno in croce
e squillano ostinati i telefoni in questura
un gerarca fà l'impavido ma comincia a aver paura
Grandi promesse, la patria e l'impero
sempre piu' donne vestite di nero
allarmi che suonano in macerie le città
Quindici Marzo il giornale è a Milano
rilancia l'appello il PCI clandestino
gli sbirri controllano fan finta di sapere
si accende la voglia delle camicie nere
ma poi quando è l'ora si spengono gli ardori
perchè scendono in sciopero centomila lavoratori
Arriva una squadraccia armata di bastone
fan dietro fronte subito sotto i colpi del mattone
e come a Stalingrado i nazisti son crollati
all'Apreda rossa in sciopero i fascisti son scappati.
Oh deliziosa delizia e incanto. Era piacere impiacentito e divenuto carne. Come piume di un raro metallo spumato, o come vino d'argento versato in nave spaziale. Addio forza di gravità. Mentre slusciavo, quali visioni incantevoli...
Alex de Large in A clockwork orange (Stanley Kubrick, 1971)
"...Un grande triangolo acuto diviso in sezioni uguali, con la parte più piccola e acuta rivolta in alto: così si prospetta giustamente e in modo schematico la vita spirituale...L'intero triangolo si muove lentamente, quasi invisibilmente, con moto progressivo e ascendente, e dove oggi era il vertice si trova domani la prima sezione. Al sommo del vertice sta qualche volta un uomo solo. La sua visione apparentemente gioconda è simile alla sua interiore, incommensurabile tristezza. E coloro che più gli stanno vicino non lo comprendono. Sdegnati lo chiamano un truffatore o un candidato al manicomio. Così vituperato, durante la sua vita, stava Beethoven, solo, al sommo".
Lo Spirituale nell’arte (Vasilij Vasil'evič Kandinskij)
Suggestioni partorite dal buio e dall'improvvisazione recitano nel proscenio dell'immaginazione. Si disimpegnano nell'act sulla base di un canovaccio sottile. Linee tangenti si dipanano dal cerchio e inseguono qualcosa. Cosa?
ScintillA
Colonna sonora:
Dennis Brown - If this world was mine